I doni dell'Epifania: curcuma, incenso e mirra

Epifania, “epiphàneia” , derivante dal verbo greco “epiphànein”, composto di “epì“ dall'alto e “phànein” apparire. Potremmo tradurlo quindi con “Manifestazione della Divinità”, e, nella tradizione cristiana, rappresenta l’incontro di Gesù con i Re Magi.

L'Epifania: incontro tra religione e Madre Natura

Nell’antichità ed in ambito teologico ci sono state ampie discussioni sulla natura interpretativa dell'Epifania, di questo incontro, e sulla natura simbolica dei doni, oro, incenso e mirra, cosi come indicati nel Vangelo canonico di Matteo. Si pensa che ci sia stato un errore di traduzione dall’aramaico al greco, e che l’oro in realtà fosse una spezia, probabilmente la curcuma, che dell’oro ha il colore. Nei vari secoli, attraversando varie interpretazioni teologiche, l’incenso ha rappresentato la santità e, più prosaicamente, per Bernardo da Chiaravalle, il decontaminate per la puzza degli animali. Nel XV vengono associati pressoché alle tre virtù teologali: l’oro alla carità, l’incenso alla fede, la mirra al libero arbitrio. Sant’Agostino e Papa Gregorio Magno successivamente sostengono che i 3 doni rimandano alla triplice immagine di Gesù: Uomo, Re, Dio, ed all’interno della tradizione cattolica resta la lettura più condivisa. Il dato comune è che i Magi venissero dall’Oriente, un viaggio lunghissimo, probabilmente durato 9 mesi. Difficile ricostruire storicamente l’intreccio che ha portato a festeggiare ai giorni nostri, nella stessa data, la notte fra il 5 ed il 6 gennaio, la Vecchia, un simbolo di Madre Natura, più legata ai riti precristiani in favore dell’agricoltura, anche cruenti, ed adottati anche dai romani. Diventata la Befana, figura festeggiata soprattutto in Italia e dedicata ai bambini. 

Curcuma, Incenso e Mirra: i Tre Doni

Ma torniamo ai doni, ed alla loro più recente connotazione nelle tre spezie. Potremo regalarle insieme a qualche libro che approfondisca gli eventi ed il significato legato ai Tre Magi, o, se scegliamo le resine, insieme ad un incensiere.

Curcuma (Curcuma longa), in forma di radice o polvere. Le vengono riconosciute numerose proprietà, tra cui quelle antiossidanti, antinfiammatorie, antidolorifiche, immunostimolanti ed immunomodulanti e la capacità di purificare dalle tossine, garantendo il buon funzionamento del fegato e dell’intestino; fluidificante del sangue e rafforzante dei vasi sanguigni, è anche un interessante cardioprotettore.

Incenso (Boswelia sacra), in forma di granuli o olio essenziale, ha sempre rappresentato il legame tra l’Uomo e la Divinità, usato nei riti sacrali e nelle pratiche meditative. Rende il respiro più lento e profondo. Ha ottime capacità espettoranti, e quindi è utile in tutte le situazioni in cui ci sia eccesso di muco. Scioglie dalla rigidità, sia sul piano psichico, che sul piano fisico.

Mirra (Commiphora molmol) in forma di granuli, od olio essenziale. La resina considerata sacra nell’antichità, veniva spesso bruciata insieme all’incenso.  L’olio essenziale di mirra, opportunamente diluito, è particolarmente indicato per il benessere della bocca e delle gengive. Il suo potere cicatrizzante agisce sia sul piano psichico, nelle ferite dell’anima, ed aiuta a “lasciar andare”.

Carla Ribechini

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